mercoledì 22 agosto 2012

Amarcord: Narni e le Lustre d'estate

Da qualche anno a questa parte Narni si anima anche d'estate, prolungando quindi la consueta vitalità "maggiaiola" legata alla festa di S.Giovenale. 
Passata l'ebrezza del Maggio medievale, la città tende a svuotarsi dei suoi abitanti (anche se ultimamente sempre più narnesi passano le ferie in città, o comunque vi trascorrono gran parte del loro tempo libero), e lascia spazio e tempo ai turisti, che si immergono nei vicoli ombreggiati e frequentano i locali della città per mangiare, bere o semplicemente per godersi il fresco di sera.
Eventi come il Narni Festival o le Master Classes di musica classica, per non parlare del Narni Black festival,  sono un richiamo perfetto per centinaia di giovani artisti, musicisti e le loro famiglie che invadono letteralmente Narni con la musica e la loro simpatia, trasformando la sonnecchiante principessa di pietra in una piccola Salisburgo.


Ma alcuni anni fa' la musica era sicuramente diversa: tra gli anni '80 e '90 gli eventi non si chiamavano neppure così, e le feste di piazza venivano organizzate in pochi giorni da semplici narnesi, spesso disorganizzati, poco professionali ma molto entusiasti, pronti a scuotere la città dalla pigrizia estiva per portare tutti in piazza, a mangiare, cantare e far baldoria.

Se il clou di questa stagione "folle e fantasiosa" si raggiungeva nei giorni di Carnevale, le lunghe estati calde dei tardi anni '80 trovarono sfogo nelle cene di piazza, rigorosamente a tema, che presero il nome di "Lustre d'estate": un mix di festa popolare, musica, travestimenti (sempre a tema) e lunghissime tavolate che impegnavano quasi tutti i cittadini da una parte o dall'altra delle barricate, ovvero come commensali oppure come cuochi e camerieri tutto fare.

A memoria d'uomo (in questo caso la mia, personale..) si ricordano 3 grandi cene-evento in piazza: Il mare a Narni, Narni sotto il Vesuvio e la Festa della mietitura: ogni festa era arricchita da musica dal vivo, personale rigorosamente  in abiti "di scena" e complesse scenografie che venivano montate in piazza dai tanti volontari.
In occasione della festa della mietitura un covone di grano, poi trattori, strumenti della tradizione contadina eccc. Per Napoli addirittura un piccolo Vesuvio fumante ed il mare in piazza, con tanto di barche e rematori pseudo napoletani...


Quella vitalità di piazza, la voglia di fare, di stare insieme per costruire un'identità "ludica" della città purtroppo negli anni è scemata, per motivi anagrafici e per problemi diversi, eppure ha lasciato una traccia concreta in chiunque l'abbia vissuta: un DNA comune che vede persone comuni impegnarsi (spesso gratis) per far felici i propri concittadini e portare  un po' di vitalità sfrenata tra i vicoli e le piazze del paese estivo.
Oggi quella memoria, o la sua eco immaginifica, la troviamo nel Villaggio di Grano e Sale, proprio perchè Massimo è stato uno dei protagonisti di quell'epoca, e le sue memorie oggi sono - grazie al suo locale - anche le nostre memorie...

martedì 7 agosto 2012

Il raccolto e le stelle: tra Lugnasad, S.Lorenzo e Ferragosto

Il primo giorno di Agosto segna un importante momento di passaggio nel calendario Celtico: inizia infatti Lugnasad (o Lughnasadh, secondo la trascrizione gaelica), ovvero la festa che celebra il Dio della luce, durante il quale le popolazioni europee dell'antica Irlanda (ma anche in  Bretagna ed in Scozia...) celebravano anche i riti della mietitura.
La festività aveva un ruolo importante nel calendario celtico, in quanto legata al raccolto, al passaggio tra l'estate e l'autunno, il primo giorno di Agosto si celebrava il matrimonio tra il Dio Lug (della luce) e la Dea Erinn, ovvero l'incarnazione della stessa Irlanda, e tutto il popolo partecipava ai festeggiamenti "di luce", organizzando vere e proprie gare sportive (di forza e resistenza, per dimostrarsi pronti all'arrivo dell'inverno..) di cui sono rimaste tracce nei secoli moderni Tailteann Games .
I riti di Lugnasad si svolgevano sulle colline irlandesi, con falò accesi nella notte, a fare da contrappunto alle stelle, il "fuoco" appunto, che accompagnava i banchetti a base di birra e selvaggina, durante i quali si celebravano anche i matrimoni...



Dopo la prima cristianizzazione dell'europa continentale, la Chiesa di Roma (tramite i suoi "ambasciatori", tra cui San Patrizio) cercò di associare le  celebrazioni pagane di Agosto - molto apprezzate e seguite in Europa - al calendario cristiano, e qui forse nasce la commistione tra il Lugnasad e la notte di San Lorenzo.
Anche la figura del santo che secondo una leggenda popolare bruciò sui carboni ardenti (anche se in realtà fu decapitato...) richiama idealmente la luce delle stelle, in quanto le faville e le fiamme dei carboni ardenti brillano nel cielo come le stelle cadenti.  Il 10 Agosto è infatti una data che inserisce - astronomicamente - nel periodo di passaggio delle Perseidi, le celebri stelle cadenti, che si associano alla luce delle fiamme di sal Lorenzo.


Non è chiaro in che epoca  la celebrazione di San Lorenzo abbia poi assunto la funzione di una vera e propria  festa d'estate, prologo del Ferragosto, ma forse  - oltre all'eredità celtica - potrebbe aver giocato un ruolo importante anche la tradizione romano imperiale, in quanto il 12 Agosto a Roma si celebrava la festa di  Ercole Invitto, all'interno del circo massimo, che ricordava la venuta di Ercole nel Lazio come liberatore e simbolicamente legato al sole.

Il periodo delle stelle e la celebrazione dell'estate si chiude trionfalmente con Ferragosto, la notte più attesa dell'estate, l'apogeo della bella stagione, il momento in cui si celebra l'estate guardando ancora verso l'alto, verso le stelle che stanno per lasciare la costellazione del Leone per entrare nell'autunno della Vergine, con i ricordi della stagione appena passata che da sempre sono accompagnati dai calici e dalla musica.

giovedì 2 agosto 2012

Volete il meglio? Aspettatevi il Massimo !

Chi arriva a Grano e Sale viene subito colpito dall'ambiente genuino e conviviale, dai colori tenui delle pareti, dalla luce naturale, sarà sicuramente affascinato e rapito dagli odori che avvolgono le sale e che lasciano intuire le meraviglie della cucina, ed immancabilmente sarà colpito dalla gioviale cortesia di tutto lo staff, professionale ma sempre alla mano.



C'è poco da dire: la convivialità, la cortesia e la gentilezza del servizio rappresentano la ciliegina sul quella torta che è la qualità del cibo e delle bevande: l'ottima pizza, i gustosi antipasti, la carne alla griglia e tutta la cucina offerta, insieme alla grande varietà di birre artigianali sono senza dubbio il punto di forza di Grano e Sale, ma il locale sarebbe solo un'altra ottima pizzeria, se dietro tutto non ci fosse l'attenta regia del proprietario: Massimo Posati.

Massimo è una delle ragioni - forse la principale -  per cui i clienti arrivano, restano, e tornano nel tempo: lui è il Mark Zuckerberg del convivio, il poeta della mescita, il cantore delle tavolate tra amici, un confidente, istrionico, attento ai dettagli, sempre presente, in sala e tra i tavoli, oppure (spesso) sul palco, magari a cantare qualche brano west coast per gli amici, forse la cosa  che lo rende più felice al mondo...



Non è raro trovarlo al centro dei vari gruppi di clienti, a chiacchierare e bere con loro, ed anche al termine di una lunga serata Massimo si ritaglierà un momento da dedicare alla sua gente, come ha sempre fatto nella sua vita professionale.

Molti lo definiscono un imprenditore (self made man, direbbero gli americani..) geniale, un visionario nel suo genere, un ragazzo che tanti anni fa' ha scommesso sulla voglia dei suoi concittadini di sedersi attorno ad un tavolo, in un piccolo Pub di strada, per bere insieme una buona birra e mangiare noccioline, come farebbero a Londra, o Liverpool, incoscientemente, dimenticandosi di non avere il Tamigi alle spalle, ma solo il Nera sotto casa...
Eppure tutto iniziò così: Massimo da sempre (o almeno dagli anni '90) si dedica alla felicità degli altri, degli amici all'inizio, poi dei clienti, curando ogni minimo particolare nei suoi locali, da quel primo, piccolo Pub all'attuale esperienza di Grano e Sale, la sua seconda casa (a volte la prima..) dove lui non è il padrone ma l'amico casinaro ed un po' incosciente che sembra aspettare i suoi compagni di avventura, pronto per iniziare la festa, quando i genitori non ci sono !

Il suo staff, la sua gente, i suoi amici: tutti sono sulla sua frequenza, il suo entusiasmo nel lavoro è contagioso, e così l'ambiente di Grano e Sale è una sua emanazione, in  ogni aspetto.
Le parole però non sono sufficienti a descriverlo, dovete conoscerlo, parlare con  lui, magari di musica o di calcio, in attesa della pizza, o alla fine della cena lo vedrete immancabilmente passeggiare tra i tavoli, ed avvicinarsi ad ogni gruppetto di persone, per familiarizzare o scambiare solo due parole. Ma se volete veramente vederlo al massimo della sua forma, aspettate che si piazzi dietro un microfono ed inizi a cantare, allora si rivelerà la sua vera natura "country", come si addice ad un vecchio cowboy di collina.